Francis Drake

Fabio Turchetti – testi, musiche, voce, chitarre
Roberto Cipelli – pianoforte, arrangiamenti
Aldo (Dino) Pini – chitarra flamenca
Giovanni Guerretti – tastiere, arrangiamenti
Naco – conga, bongas, darbouki
Tino Tracanna – sassofoni
Attilio Zanchi – contrabbasso
Glenda – basso elettrico
Stefano Bagnoli – batteria
Beppe Cesena – fisa
Michela, Cristina, Simonetta, Fabio, Corrado – cori

1) Il vino di Dolores (3′ 38”) *
2) Canzone povera (4′ 35”) **
3) Raggae’n blues (3′ 40”) ***
4) Il Sig. T. (3′ 48”) *
5) Magico (4′ 01”) *
6) Tre soldi di musica (3′ 29”) *
7) Tenera è la notte (3′ 09”) *
8) Donna Lina (4′ 03) *
9) Francis Drake (4′ 25”) *
10) Dimmelo tu mia luna (4′ 11”) **

* T.G.E. Edizioni musicali
** Ed. Mus. Alambicco
*** Ed. Mus. Wicky

Paolo Mauri suoni, microfonaggi, idee varie
Foto: Andrea Tirindelli
Grafica della copertina: Gionata Franzini
Registrato e mixato allo Studio Bips da Paolo Mauri

“Cantautore di origine padana, zona da me sempre amata soprattutto per i valori trasmessi dalla terra alle persone indigene. Valori fondamentali, genuini, positivi; anche senza conoscere a fondo il personaggio posso dire che la sua opera li contiene e li esprime evidenziandosi per la capacità “narrativa” in cui vivono storie senza tempo nelle quali ognuno di noi si può rispecchiare.”
Gino Paoli

 

Fabio Turchetti, “poeta padano”
Il suo “Francis Drake” è un album pieno di sorprese

Chiamateci romantici ma l’idea di potere dare spazio nel grande mondo di Internet a Fabio Turchetti e al suo album “Francis Drake” ci da un po’ i brividi. Innanzitutto perché Turchetti – che come scrive Gino Paoli nelle note di copertina, è un “cantautore di origine padana che esprime i valori fondamentali di questa terra con una narrativa in cui vivono storie senza tempo nelle quali ognuno di noi si può rispecchiare” – vive ai margini del cosiddetto music business senza produttori potenti o multinazionali discografiche alle spalle ma soprattutto perché è un personaggio genuino in bilico tra certi cantautori storici (Bindi, Tenco, Conte, il primo Paoli, Ciampi) e certe sonorità “moderne” che si muovono nei dintorni del jazz (dall’acid al latin, passando per il blues e certe atmosfere notturne un po’ francesi e facendo una scappata anche nel reggae).
Intendiamoci, quello di Turchetti non è un disco né modaiolo né di canzonette ma semmai un’intrigante raccolta di racconti, un album di bozzetti di vita, disegnati con un pennello delicato e intinto in un po’ di malinconia. Insomma il classico lavoro di cui – come è accaduto a noi – ci si può innamorare a prima vista, pardon, al primo ascolto.
Qualche titolo? “Raggae’n blues”, “Magico”, “Tenera è la notte”, “Francis Drake”, e “Dimmelo tu mia luna” e “Donna Lina” dedicata a Charlie Parker ma scritta in dialetto padano.
Consigliatissimo a chi ama i cantautori con la C maiuscola. E cioè quelli che sanno coniugare poesia del quotidiano con musica varia ma sempre di qualità.

Gigio Rancilio in: Rock on line